Trucchi, veleni e dubbi: una settimana da cancellare

di Angelo Di Marino
Che brutta settimana! E che brutta politica. Al regolamento di conti Berlusconi-Fini-Bossi ed ai veleni Prodi-Bersani-D’Alema, senza dimenticare i “fuorionda” della Polverini, si sono aggiunte le vicende di casa nostra. Innanzitutto il voto “truccato” nel partito democratico, con il riconteggio delle preferenze di Picarone e Valiante che ha confermato quest’ultimo consigliere regionale. Le pesanti accuse lanciate dall’ex vice di Bassolino, politico esperto e navigato, gettano un’ombra sinistra su quanto accaduto. E ancor più fa pensare come, a Salerno e a Napoli, la questione sia stata trattata. Se ne sono lavati le mani un po’ tutti, certificando l’assenza del Pd campano.
Non andavano fatti processi e non serviva emettere sentenze, c’era bisogno di coerenza. Perché se si è pronti (giustamente) a puntare l’indice sulle altrui sciagure, altrettanto tempestivamente vanno arginate le proprie derive, senza infingimenti ed evitando la tattica dello struzzo. Non passi in secondo piano l’aspetto politico della vicenda. In questo modo si è consumata l’ennesima frizione tra fazioni, alla faccia di quanti in campagna elettorale, spinti dall’onda emozionale della serata al Plebiscito, facevano della ritrovata unificazione un dato certo e non più confutabile. Sono punto e daccapo, anzi peggio. E lasciano il tempo che trovano anche le frasi di De Luca che maledicono le correnti e le spaccature. Il sindaco fará anche il capo dell’opposizione alla Regione ma mai diventerá il leader di un Pd unito.
Dell’inchiesta giudiziaria sul Comune di Pagani si è detto molto in questi giorni.
E’ chiaro che fa scalpore una così alta concentrazione di amministratori pubblici nel folto elenco degli indagati. Dove spicca il nome di Alberico Gambino, due volte sindaco e consigliere regionale stravotato dai salernitani. Già condannato e sospeso, si ritrova tra i piedi un’indagine che aveva preso le mosse prima delle elezioni e che ora si è concretizzata. Anche in questo caso vale la regola che si tratta di un indagato e non di un colpevole. Argomentare, però, che ad assolverlo siano stati gli elettori riduce un po’ troppo la questione. Chi vota non emette sentenze ma esprime una scelta. Sperando sia riposta nella persona giusta.
Non vanno dimenticate, in questo panorama già abbastanza diroccato, le dimissioni-fantasma dei due assessori provinciali dell’Udc. Non le hanno mai protocollate, pare le abbiano inviate via raccomandata. Probabilmente senza ricevuta di ritorno. Non sappiamo se il presidente Cirielli parlerà mai con De Mita, presentandogli quelle scuse che il ras di Nusco tanto vorrebbe. La sensazione è che si tratterebbe di tempo sottratto al lavoro, meglio continuare a spenderlo al servizio dei salernitani.
E Caldoro? Ormai pernotta a Roma, nel tentativo di garantire al proprio governo regionale una stabilità finanziaria che sembra difficile alla luce dei fatti. Una cosa è certa: la sovraesposizione di ministri e sottosegretari durante la campagna elettorale, si è trasformata in totale assenza all’indomani della vittoria, netta e indiscutibile, del centrodestra in Campania. Che vincere sarebbe stata una grana lo si sapeva. Ma non vorremmo assistere, da oggi in poi, al declinare della frase “I nostri predecessori hanno lasciato una situazione insanabile…”. Converrete che la prospettiva sarebbe poco incoraggiante. Aspettiamo la giunta, dopo la proclamazione di ieri del presidente. Poi ci vorranno i fatti, altrimenti non si va lontano. Anche perché il tempo è già scaduto, come hanno ribadito gli stessi vincitori in campagna elettorale. Ci siamo stancati di stare a guardare l’orologio. E di rimetterlo a posto perché segna sempre ritardo.
© riproduzione riservata

pubblicato su “la Città” del 18 aprile 2010

Facebooktwittergoogle_pluspinterestlinkedinmail
Condividi questo articolo
Facebookrss
Segui

Be the first to comment on "Trucchi, veleni e dubbi: una settimana da cancellare"

Leave a comment