Cambi di casacca tra uomini forti e partiti deboli

di Angelo Di Marino
Fa discutere il travaso in massa dei consiglieri provinciali dall’opposizione alla maggioranza. Fenomeno degno di nota, ma non certo nuovo. In molti si sono stupiti dei cambi di casacca di Memoli, Cariello, Giuliano, imputando al fascino (politico) del presidente Cirielli la migrazione in corso. Sarebbe giusto chiedersi, se la causa di questi passaggi non si trovi a monte. O meglio: non è tanto quello che costoro potrebbero trovare, quanto assai poco quello che lasciano. Se c’è sicuramente una strategia di allargamento del fronte di Cirielli, dall’altra parte sono chiari i sintomi dell’arretramento. Il Pd, soprattutto a Salerno, non è mai nato. A causa degli attriti tra deluchiani e bassoliniani, trasformatisi in diaspora.
Non è un caso se, proprio a Sant’Agostino, chi ancora siede nei banchi dell’opposizione è in realtà espressione del sindaco di Salerno e non del partito democratico. Per non parlare della sinistra estrema, frantumatasi e assente dall’arco parlamentare oltre che dagli enti locali. Un crollo che permette ad una sigla come il Nuovo Psi, ringalluzzita dall’affermazione di Caldoro, di entrare a pieno titolo nel mazzo di carte, assorbendo un po’ di dubbiosi. 
Giusto obiettare che, di solito, si cambia anche per salire sul carro del vincitore. E alla Provincia comanda Cirielli con tutto quello che ne consegue. Ma è la stessa valutazione che, in questi anni, andava fatta rispetto al Comune di Salerno, dove l’opposizione non è mai esistita e quasi tutte le delibere (e le varianti) sono passate con dei plebisciti. Sarà il fascino dell’uomo forte, ma la storia è la stessa. Cambieranno gli interpreti?
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pubblicato da “la Città” il 13 giugno 2010

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