di Angelo Di Marino
Si dirà che è questione di gusto. In effetti, un’immagine stilizzata può piacere o meno e trattasi di mera soggettività. E’ evidente che il lavoro di Vignelli a De Luca piace, quindi visto che più del 70% dei salernitani ha riconfermato per la quarta volta la fiducia al sindaco va in automatico che il disegno è bello che approvato.
Diversa la considerazione sull’operazione di maquillage svolta sullo stemma di Palazzo di Città. Con manovra ardita, Vignelli ha usato la scolorina per eliminare la scritta “Hippocratica Civitas” (Città di Ippocrate), chiudendo il cerchio in alloro con la dicitura “Comune di Salerno”. Difficile credere che non si sia consultato con il primo cittadino prima di procedere, e che quest’ultimo non abbia visionato i bozzetti. Scelta quantomeno condivisa, quindi strategica rispetto a qualcosa che c’era già, a differenza della “S” che manco esisteva. Salerno è la città della Scuola Medica, istituzione millenaria che viene studiata anche alle elementari. D’ora in poi, secondo quanto deciso da De Luca e Vignelli, questa sarà la città del “Comune” di Salerno, con la “C” maiuscola. Ecco perché è una scelta politica. Sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario.
E’ forse un modo per cancellare il passato, o meglio quello che c’era prima in questa città? Siamo curiosi di vedere se, così come ci è parso di capire, sul gonfalone ufficiale rimarrà la vecchia dicitura ad ornare il capo di San Matteo. Così Salerno avrà, dopo il patrono dalla doppia faccia, anche un simbolo con due loghi.
pubblicato su “la Città” del 24 novembre 2011
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