di Angelo Di Marino
Risulta esercizio di sfrenato ottimismo guardare con entusiasmo all’anno che sta per entrare. Tralasciando per una volta le profezie dei Maya, è quello che stiamo registrando in questi mesi a preoccupare di più. Siamo al centro della tempesta perfetta e ora che ce ne siamo accorti dobbiamo aggrapparci a quel che resta della barca, sperando che non affondi. Assodato che l’ennesima manovra del governo colpisce i soliti noti e che del piano di Monti per la ripartenza sappiamo praticamente nulla, ci ritroviamo a Capodanno a fare i conti con l’aumento della benzina, del gas e della luce. Roba già vista e rivista, con l’aggravante che questa Italia, quella vera, ha molte meno risorse e risparmi da mettere sul tavolo nel tentativo di arginare rincari e balzelli.
E manco a dirlo continua ad essere il nostro Sud l’anello debole di una catena già di suo sgangherata e vicina al cedimento. Mentre Bossi chiamando terrone Napolitano infiamma quella parte di Nord che è alle prese con la chiusura delle fabbriche e la cassa integrazione, noi facciamo i conti con salassi senza precedenti che vanno dai tributi comunali alle accise, dal bollo auto all’Imu passando per una qualità dei servizi sempre più scadente. Senza contare le decine di vertenze occupazionali aperte sul territorio che riguardano marchi noti (Amato uno per tutti), aziende e consorzi partecipati dagli enti (Cstp, Pellezzano Servizi) e tante ditte di medio e piccolo cabotaggio che se la passano davvero male. Il 2012 sarà un anno cruciale per la nostra economia reale e, statene certi, nulla sarà uguale a prima: il ricorso agli ammortizzatori sociali (quando ci sono), ai prepensionamenti e ai licenziamenti, infatti, produrrà effetti sostanziali non soltanto sulla struttura produttiva del Mezzogiorno ma anche e soprattutto sul suo tessuto sociale.
Anche per la politica saranno dodici mesi decisivi. A Salerno, il sindaco De Luca ha assicurato per il 2012 il completamento delle grandi opere (Piazza della Libertà, Cittadella giudiziaria, Lungoirno) e la messa in funzione della metropolitana che, proprio ieri sera, la Regione ha bocciato definitivamente. Impegni che sembrano paradossi in un momento di profonda crisi. Il primo cittadino, al di là dei suoi toni ridondanti, si gioca molto in questo anno che potrebbe rappresentare, sotto il profilo politico, quello della sua svolta personale. Dall’altra parte, il Pdl di Edmondo Cirielli deve dimostrare le sue capacità di resistenza all’indomani della caduta di Berlusconi, il cui successo elettorale del 2008 favorì con la sua onda lunga la vittoria alle Provinciali del 2009 e alle Regionali 2010. Il presidente-deputato ha da difendere quanto costruito in questi due anni, anche se la struttura del suo partito sembra ancora troppo fragile. In via di estinzione la Provincia e sulla strada del tramonto il Principato d’Arechi, per il caparbio Cirielli resta da percorrere la strada del consenso personale che passa forzatamente attraverso il banco di prova dei congressi che il Pdl affronterà nell’anno ormai alle porte.
Sullo sfondo il governo dei tecnici guidato da Monti e un dibattito politico ancor più farraginoso di prima. Con l’incubo di andare al voto, prima o poi, con la stessa disgraziata legge elettorale attualmente in vigore. E quindi con la certezza di non cambiare nulla.
Non restano che gli auguri. Ne abbiamo davvero bisogno.
pubblicato su “la Città” del 31 dicembre 2011
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