Football Clan: il libro di Raffaele Cantone presentato a Salerno

«Perché il calcio è effettivamente lo sport più amato dalle mafie». Il racconto, che alla fine assume la valenza di report piuttosto allarmante, prende forma e connotazione attraverso due delle voci più autorevoli, quella di Gianluca Di Feo, e del magistrato Raffaele Cantone, svelando corrispondenze e fatti che squarciano il velo dell’inconsapevolezza di tante persone che la domenica vanno allo stadio ma – dice Cantone, alla Feltrinelli – «non sono mai disposte ad andare fino in fondo ad accadimenti che mettono in discussione quell’isola felice che il pallone rappresenta per molti». Football Clan è stato presentato alla Feltrinelli di Salerno dal direttore de “la Città” Angelo Di Marino. Attorno al calcio ruotano tanti personaggi poco raccomandabili, e sono essenzialmente tre le motivazioni per cui vi si avvicinano: il calcio è uno strumento di potere perché permette di stringere rapporti con le persone più disparate sotto l’egida dell’amore per la squadra del cuore; calcio come strumento di prestigio perché è da sempre un mondo dorato in cui tutti vogliono avere una parte, anche se piccola; e calcio come vero e proprio giro di affari, con tesserati ed ingaggi milionari prima e col calcio scommesse poi. Celebri le fotografie dei vari Maradona, Hamsik, Cannavaro, Balotelli e Lavezzi, fagocitati in un mondo che li usa come feticcio e manifesto di uno status symbol privilegiato dove anche una pizzeria diventa un business, che ha a che fare con tutta un’altra serie di reati. «Quello che trattiamo – dice Cantone – è un tema delicato su cui peraltro c’è veramente tanto materiale. Al di là delle frequentazioni poco edificanti che tanti calciatori hanno o hanno avuto più o meno consapevolmente, è il sistema delle scommesse che preoccupa e dilaga e può fare veramente male al calcio». L’esempio perfetto è quello dell’ippica: un sistema che ha inquinato una passione, facendole perdere di credibilità e portandola alla deriva. «Ad essere maggiormente a rischio – racconta ancora Cantone – sono le serie minori, è li che si fa più facilmente breccia nella debolezza di una società, di un tesserato ed a volte anche del pubblico. Alla nostra malavita si è aggiunta quella straniera che in Italia vede una terra promessa». Si è parlato anche di casi di casa nostra, del Sapri, della famosa combine Potenza-Salernitana ma anche di un giovane Lotito che, insospettito davanti ad una sponsorizzazione miliardaria in contanti, riesce a tirarsi indietro. «Il calcio non è completamente ed irrimediabilmente infiltrato – ha avvertito Cantone – ma va fatta una riforma che renda finalmente seria la giustizia sportiva». Nel libro vengono raccontate anche spregiudicate avventure imprenditoriali con capitali di dubbia provenienza e poi l’immancabile “fenomenologia di Maradona”, primo a sdoganare l’abbraccio con la camorra. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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