Le strane amnesie del sindaco-viceministro

di Angelo Di Marino
Vincenzo De Luca è davvero unico. Nel giro di 24 ore riesce a piroettare su un piede solo, sbraitando e mulinando parole ed invettive che, almeno stavolta, poteva tranquillamente risparmiarsi. Riavvolgiamo rapidamente il nastro e ricapitoliamo i fatti. Il nostro giornale, sia nella versione cartacea che nella versione on-line, il 24 gennaio scorso pubblica un articolo a firma di Alfonso Schiavino dal titolo “Suoli all’Asl, i proprietari vanno risarciti”. Nell’occasione scriviamo della condanna del Consiglio di Stato inflitta a Comune di Salerno e Asl per l’errata procedura di esproprio dei terreni sui quali adesso sorge il poliambulatorio di Pastena. Scrive il sempre documentato collega Schiavino: «Sedici anni orsono, sindaco Vincenzo De Luca, il Comune individuò i suoli – privati – per costruire il poliambulatorio di Pastena. Il progetto contemplato nella delibera 38/96 comprendeva la dichiarazione di pubblica utilità, presupposto legale degli espropri. Curiosamente, nessuno informò i titolari del fondo. Non solo. Tre anni passarono inutilmente, la dichiarazione di pubblica utilità decadde e l’amministrazione la ripropose con la delibera 16 del 3 maggio 1999. Ancora, senza comunicarlo ai proprietari dei terreni. Lavoro supplementare per i legali dei privati, che chiesero l’annullamento di tutti i provvedimenti. I giudici, accogliendo i ricorsi, cancellarono delibere e decreti».

L’altro giorno, il quotidiano napoletano “Il Mattino”, nelle pagine che dedica alla provincia di Salerno, ha riportato della condanna del Consiglio di Stato. Tutto lecito, ci mancherebbe. L’informazione ha i suoi tempi. C’è chi arriva prima, chi dopo. E chi manco ci arriva. Proprio il giovedì, il sindaco-viceministro è solitamente ospite dei colleghi di Radio Alfa che, facendo bene il loro mestiere, non si sottraggono al loro dovere di cronisti e chiedono a De Luca conto e ragione della storia. Apriti cielo. Via etere parte una di quelle reprimende scandite con incedere marziale dal primo cittadino di Salerno e che lo hanno reso popolare in mezza Italia: «Questo è il regalo che ci hanno lasciato le passate amministrazioni. All’epoca, il comune era un circo equestre e il secondo piano (quello degli uffici di rappresentanza e della giunta) era occupato da faccendieri e da finti disoccupati e senza tetto». Insomma fango a volontà su chi c’era prima di lui. Per chi vuole godere integralmente dell’oratoria sindacale può ascoltare il podcast di Radio Alfa che trovate qui sotto.

Chi scrive apprende del contenuto dell’intervista a Radio Alfa e ne parla con il collega Alfonso Schiavino. Inutile dire che la temporalità ricostruita dal sindaco nel suo intervento radiofonico è del tutto sbagliata. Del resto verba volant ed essendo il programma in diretta mai lo si sarebbe potuto smentire, anche da parte di giornalisti molto preparati come quelli dell’emittente di Teggiano. Ne prendiamo atto e pubblichiamo sul nostro sito internet il post che ancora trovate in home page dal titolo “Condanna del poliambulatorio. Lo sfogo (impreciso) di De Luca”. Nell’articolo on line, Schiavino tra l’altro ribadisce: «La vicenda, raccontata in un’altra parte di questo sito, affonda le sue radici nel 1996 e nel 1999, quando De Luca era già sindaco: in sostanza, il Comune “dimenticò” di comunicare agli interessati l’avvio del procedimento per l’esproprio dei suoli. In sostanza, è stata violata la legge 241 del 1990 (varata 23 anni fa). Ora, invece, il sindaco De Luca sposta la questione più indietro nel tempo. Ma, nella fattispecie, il passato è tutto suo».

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Che De Luca non sia un nostro lettore è cosa risaputa. Preferisce sicuramente altri giornali e altri siti, ci mancherebbe. Stavolta però qualcuno si accorge dell’intemerata fuori luogo e lo fa notare al sindaco-viceministro. Ad ora di pranzo, infatti, ecco apparire d’incanto sul profilo facebook di De Luca un post che è una retromarcia. Non chiede scusa, ci mancherebbe, ma almeno riporta il tempo nei suoi giusti binari: «Devo fare una rettifica in merito alla vicenda degli espropri per il Poliambulatorio di Pastena. Il caso è nato durante una mia amministrazione: è così, ho sbagliato i riferimenti temporali. Si parla del 1996, la mia prima amministrazione era insediata da due anni. Purtroppo non sempre è facile controllare il modo di funzionare di tutti gli uffici, che all’epoca funzionavano ancora con modalità antiche. E lo dimostrano altri casi che risalgono a molto tempo prima, come gli espropri ai quartieri Italia ed Europa, alla fabbrica ex Elia o per il viadotto Gatto. Queste modalità si sono prolungate anche nelle prime fasi di vita della nostra amministrazione».

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Anche in questo caso De Luca però non smentisce la sua fama di “sceriffo” tutto d’un pezzo. Monolitico come non mai, ribalta comunque gli strafalcioni fatti dalla sua amministrazione sul passato, sottolineando come negli uffici all’epoca vigesse un modus operandi “leggero”, retaggio della dolce vita precedente. Peccato che nel 1996 lui governasse già da tre (e non due) anni che all’epoca rappresentavano il 75% della durata quadriennale del mandato sindacale. E che prima di lui, in realtà, c’era sempre… lui. De Luca è stato eletto consigliere comunale per la prima volta nel 1990, ricoprendo le cariche di assessore e di vicesindaco nella giunta guidata da Vincenzo Giordano. E per dirla tutta, a chi allude il sindaco-viceministro quando parla di «circo equestre» e di «modalità antiche» con uffici occupati da «faccendieri e da finti disoccupati e senza tetto», visto che il sindaco che lo aveva preceduto era proprio Giordano unanimemente riconosciuto come il vero artefice della prima trasformazione urbanistica di Salerno? Peccato Giordano non possa più rispondere. Lui che fu costretto a cedere il timone del Comune per un arresto ingiusto che ne stroncò la carriera politica. Uno stop che spalancò le porte del municipio proprio a De Luca. Sliding doors, non c’è che dire.

dal sito www.lacittadisalerno.it

pubblicato su “la Città” del 9 febbraio 2014

dal blog www.angelodimarino.it

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