Brunetta, resa dei conti a Ravello

di Angelo Di Marino
ROMA. In Campania il clima è da campagna elettorale. Da un lato un Pd che si arrovella sulle primarie che non vuole fare per non dare spago a De Luca e Cozzolino. Dall’altro un centrodestra frantumato che fa fatica a (ri)compattarsi sul nome di Stefano Caldoro, governatore uscente, in vista delle Regionali. Senza Nicola Cosentino e con buona parte dei parlamentari di riferimento defilati, è proprio Forza Italia a risentire di più dell’effetto disgregazione. A rendere le cose ancora più difficili ci si mette anche una polemica apparentemente locale ma che investe in pieno uno dei leader del centrodestra. Si tratta di Renato Brunetta, in questo caso presidente uscente della Fondazione Ravello, prestigiosa istituzione con sede nella meravigliosa Villa Rufolo che da anni gestisce uno dei festival artistici più noti al mondo. Per farla breve, la governance sta per cambiare ma la Regione Campania, guidata appunto da Caldoro, potrebbe sfilarsi dalla gestione nel caso in cui Brunetta non venisse riconfermato.

Messa così sembra quanto meno una forzatura, ma c’è già chi parla di «ricatto politico», tenuto conto del clima. «La Regione potrebbe recedere dallo status di socio fondatore della Fondazione Ravello e riconsiderare le proprie scelte strategiche in materia di valorizzazione e promozione culturale», ha del resto dichiarato pochi giorni fa Caldoro riferendosi all’insediamento del nuovo Consiglio della Fondazione avvenuto il 24 gennaio scorso.

In una lettera inviata al sindaco di Ravello e al presidente della Provincia di Salerno, Caldoro ha spiegato così la sua posizione: «La proposta, oltre a risultare incoerente con i precedenti impegni, nonché di dubbia legittimità ed opportunità se riferita ad un esponente degli organi di governo dei soci fondatori, appare, peraltro, funzionale ad una diversa impostazione progettuale, non condivisa da questa Regione e perseguibile senza un impegno diretto della stessa e delle sue risorse patrimoniali». Il messaggio è chiaro, anche se Caldoro lascia la porta aperta alla partecipazione ai bandi destinati agli enti locali. Su tutte le furie il Pd: «A parte lo squallore della minaccia, ma davvero Caldoro vuole farci credere che Ravello non vive senza Brunetta? Per favore, sia serio», attacca l’europarlamentare Paolucci. E a Ravello c’è chi giura che non finirà bene.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

articolo pubblicato sui 18 giornali locali del Gruppo Espresso il 3 febbraio 2015

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