di Angelo Di Marino
In queste settimane la questione greca si è trasformata in un autentico tormentone. Accompagnato da punti di vista incrociati e schierati a seconda del momento e della fonte, il racconto “italiano” di quanto sta accadendo sull’asse Atene-Bruxelles è spesso forzatamente (e fatalmente) eurocentrico. Di pari passo con il comportamento del nostro governo che prova a mettere insieme la solidarietà ai greci e l’assoluta necessità di allinearsi a Bruxelles e Berlino, in un esercizio di equilibrismo politico e mediatico tipico dalle nostre parti.
I greci sanno di essere chiamati a decidere prima di tutto sul futuro del loro governo prima ancora che sulla permanenza nell’Unione europea. A nessuno può sfuggire, soprattutto nella capitale Atene o nella metropoli Salonicco, quale fardello si portino sulle spalle: deflazione galoppante, Pil crollato del 25%, debito al 180% conseguente al programma di austerity che ha messo in ginocchio il Paese. Ed è ben chiaro a tutti l’impegno elettorale contratto da Tsipras con il popolo greco, quello di tagliare il debito maturato negli anni attraverso gli accordi tra chi lo ha preceduto alla guida del Paese e la Troika. Ed ecco perché il “no” al referendum si trasformerebbe in un “sì” al governo del leader di Syriza.
Insomma i greci sono nel bel mezzo della prosecuzione delle campagne elettorali del 2012, 2013, 2014 (Europee) e 2015, altro che referendum sull’Europa. Consapevoli che quelle riforme chieste e richieste dall’Ue Tsipras non le può fare, perché privo dell’adeguata maggioranza parlamentare. Uno dei video diffusi dal gruppo facebook “Io voto NO-Referendum 2015″ rappresenta il percorso dei greci in questi tre anni, evidenziando il peggioramento della situazione anno dopo anno.
#ΟΧΙ στα κτήνη που μας εξαθλιωσαv και μας κατάντησαν ζητιάνους !Source : agorathedoc
Posted by Ψηφίζω ΟΧΙ – Δημοψήφισμα 2015 on Giovedì 2 luglio 2015
Non c’è profilo o fan page in lingua greca che non abbia un post, una condivisione, una foto legata al referendum. E’ il caso di una grande artista come Glykeria, star da quarant’anni sulla breccia con il suo gruppo e che tra i suoi successi vanta anche una canzone dal titolo emblematico come “Gli stracci”, schierata per il “no”.
C’è anche chi preferisce non sbilanciarsi, come Nia Vardalos, l’attrice e regista canadese naturalizzata statunitense ma di origine ellenica, arrivata al successo con il film “Il mio grosso grasso matrimonio greco”. “Come un greco (e un greco molto orgoglioso) ho incontrato commenti come: “Avrebbero dovuto pagare le tasse”. L’ignoranza di questo commento è profondamente sconvolgente e selettivamente ottuso. Dio benedica il popolo della Grecia”, ha postato su facebook in queste ore.
Orgoglio greco, insomma. Quello di Manolis Glezos, 92enne europarlamentare di Syriza, ha fatto il giro del mondo. Si è dimesso come aveva annunciato nella sua campagna elettorale. Partigiano, giornalista, scrittore, reazionario negli anni dei Colonnelli, si è congedato dal Parlamento europeo con un discorso breve chiuso con una domanda: “Rispetteremo le volontà dei popoli, qualsiasi essi siano, sì o no?”.
Condividi questo articolo
Segui
Be the first to comment on "Grecia tra Oxi e Nai: la fiera solitudine di Atene"