Probabilmente è destino che il rapporto Insigne-Nazionale sia destinato a trasformarsi in polemica, sempre e comunque. Convocato o no, intorno al talento di Frattamaggiore si apre sempre un vortice di discussioni quando arriva il momento delle convocazioni. Nel mese di ottobre infatti, quando il giocatore azzurro fu chiamato dal ct Conte salvo poi tornare a Napoli per guai muscolari, si era aperto un caso circa il suo poco attaccamento alla maglia azzurro Italia. “Per così poco torna a casa, non tiene alla Nazionale quanto tiene al Napoli”, era stata l’accusa di molti, nonostante fosse stato raggiunto un accordo di massima tra l’Italia e la società di De Laurentiis circa il suo rientro. Ma nonostante questo Conte non aveva mancato di mostrare il suo disappunto per tutta la faccenda, che avveniva contestualmente a quella di Berardi, identica come dinamica.
E quando una settimana fa il campionato si è di nuovo fermato per le amichevoli con Belgio e Romania, il caso è scoppiato ancora. Nella lista stilata dall’allenatore della Nazionale infatti il magnifico non figura. Una punizione hanno pensato in molti. Non è andato giù infatti ad Antonio Conte il comportamento dell’attaccante nello scorso ritiro, ed in un certo senso lo ha ammesso in conferenza: “Per fare certe cose servono non solo giocatori straordinari, ma anche uomini straordinari”.
Ora, che Conte abbia costruito le sue vittorie al tempo della Juve prima di tutto con gli uomini, e poi con i calciatori, è fuor di dubbio. Come è fuor di dubbio che per l’allenatore pugliese il carattere, la voglia, l’attaccamento sono requisiti fondamentali per costruire una squadra vincente. Non sarebbe quindi giusto rinunciare di punto in bianco a tale filosofia; ma dall’altro lato ci si chiede: il comportamento di Insigne giustifica l’esclusione di uno dei maggiori talenti italiani del momento? E soprattutto, sarebbe stata uguale la scelta se si fosse trattato di partite più importanti? Non lo sappiamo, ma sappiamo allo stesso tempo che avere il paraocchi come modus operandi non sempre paga. Come al solito sarà il campo a dire chi ha ragione.
Chi invece è stato chiamato dal ct Conte è Manolo Gabbiadini, nonostante il poco spazio trovato in campionato fino ad ora. Nella prima partita non è entrato in campo, a Bologna contro la Romania invece ha preso il posto di Eder al quarto d’ora della ripresa. Applaudito a scena aperta dai suoi ex tifosi, Gabbiadini ha prima segnato il gol del 2-1 poi è uscito per un colpo alla caviglia, lasciando gli azzurri in dieci. Circostanza che ha favorito i rumeni, capaci di agguantare il pari (2-2) praticamente allo scadere. L’attaccante ha raggiunto gli spogliatoi a spalla, da valutare l’entità dell’infortunio. Il medico della Nazionale, Enrico Castellacci, ha confermato la distorsione alla caviglia sinistra: “Non abbiamo fatto esami strumentali perché lo staff sanitario del Napoli ha chiesto che il giocatore ripartisse immediatamente per Napoli dove effettuerà gli esami per valutare l’entità della distorsione”, ha dichiarato il responsabile dello staff sanitario dell’Italia in una intervista radiofonica. I primi referti sono già stati inviati al club.
Intanto oltreoceano, l’Argentina di Higuain pareggia 1-1 con i rivali di sempre del Brasile con un gol del tanto amato pocho Lavezzi, su assist proprio dell’attaccante del Napoli. E basta questo a scatenare la fantasia dei tifosi azzurri, che sognano e chiedono al presidente De Laurentiis di ricomporre anche nella squadra di club questa coppia di fenomeni. Ma ciò difficilmente accadrà, anche perché l’ex attaccante partenopeo è si in procinto di tornare in Italia, ma non a Napoli, bensì in squadre come Juve o Inter. Rientrato intanto l’allarme per una botta al piede ricevuta dal pipita nell’ultima partita, cosicchè nella partita dell’Albiceleste, contro la Colombia, Gonzalo è sceso regolarmente in campo. La partita giocata a Barranquilla è stata decisa da un gol del laziale Lucas Biglia nel primo tempo, abile a sfruttare un assist di Lavezzi e uno svarione difensivo del milanista Zapata. In campo nella Colombia il milanista Bacca e l’interista Murillo, mentre il doriano Muriel è entrato solo nella ripresa. Nell’Argentina staffetta in attacco proprio tra Higuain e il bianconero Dybala. Con questa vittoria, la prima in queste qualificazioni, l’Argentina sale a quota 5 punti in 4 gare, scavalcando la Colombia che resta a 4.
Altro attaccante del Napoli convocato è Dries Mertens, chiamato dal ct Wilmots. L’esterno però a quanto pare è arrivato malconcio nel ritiro della nazionale, almeno stando alla versione belga, e quindi non ha preso parte alle amichevoli di questi giorni, una delle quali (quella con la Spagna) è stata annullata per l’allarme terrorismo. Probabili 4-5 settimane di stop per lui; in ogni caso è rimasto in ritiro con i compagni. Il giocatore è rientrato per essere sottoposto a una serie di test medici per capire l’entità dell’infortunio muscolare alla coscia. In un primo momento era filtrata la notizia che l’esterno belga fosse atteso già martedì a Napoli, ma a Castel Volturno non c’era alla ripresa degli allenamenti e i dirigenti azzurri hanno poi precisato che il rientro era previsto per mercoledì 18.
Tra gli altri azzurri convocati dalle rispettive nazionali, vittorie per El Kaddouri con il suo Marocco e Hamsik, nella partita contro la Svizzera (3-2). Solo pareggi invece per Ghoulam nel match Tanzania-Algeria (2-2) e per Koulibaly (Senegal-Madagascar 2-2).
Ultimo a scendere in campo il difensore centrale Vlad Chiriches tra le fila della Romania, proprio nel match contro l’Italia. Ha giocato tutti i novanta minuti della gara di Bologna ed è stato uno dei migliori. In chiusura della prima frazione, sua la spallata ad Eder in area di rigore che l’arbitro non ha sanzionato con il rigore per gli azzurri.
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(Post aggiornato alle ore 11.45 del 18/11/2015)
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