Roberto Ormanni e il Quartet: i “cantastorie” dei giorni nostri presentano “Quello che non siamo”

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Musica folk e ispirazione al cantautorato italiano anni ’70, accompagnati da testi con significato mai scontato, sono, tra le tante, le caratteristiche essenziali di Roberto Ormanni e del suo Quartet. Caratteristiche che da sempre contraddistinguono questi cinque promettenti musicisti napoletani, fin dai loro primissimi esordi, tra locali in cui esibirsi e contest a cui partecipare. E proprio grazie alla vittoria di uno di questi, l’Apogeo Spring Contest, svoltosi nella scorsa primavera, Roberto e i suoi compagni di viaggio (che ricordiamo essere Roberto Tricarico alla chitarra elettrica, Marco Norcaro alla batteria, Enrico Valanzuolo alla tromba, Antonio Barberio al contrabbasso) hanno adesso la possibilità di farsi conoscere dal grande pubblico napoletano. Sotto la produzione della “Apogeo Records” infatti, è uscito il primo ep del gruppo dal titolo “Quello che non siamo”; lavoro discografico presentato alla libreria Feltrinelli di Napoli, il giorno 24 marzo, nel corso di un evento moderato da Alfredo d’Agnese, giornalista e critico musicale, e al quale hanno partecipato Claudio Poggi, produttore tra gli altri di Pino Daniele, e Andrea de Rosa, patron della “Apogeo Records”, coraggiosa etichetta discografica nata alla Sanità nel 2013.

Cinque tracce per 23 minuti di musica, cinque brani ognuno con il suo tema e con relativo messaggio per chi lo ascolta. A partire dalla track numero 1, “Quello che non siamo”, forse la più filosofica delle cinque, con un significato da decifrare ma non troppo. Anche perchè in questo arriva l’aiuto dello stesso Ormanni che, in sede di presentazione, suggerisce proprio come il testo aderisca perfettamente alle tragedie dei migranti in mare, e quindi, più in generale, come la canzone possa riferirsi, o meglio dedicarsi, a chi è “venuto al mondo senza nulla da avere” e che quindi “cerchi qualcosa in cui credere”. Si passa poi  alla sempreverde “Petru”, uno dei primi prodotti musicali del gruppo, ispirata al triste fatto di cronaca che ha portato alla morte di Petru Birladeanu nel 2009 nella zona di Montesanto di Napoli, a seguito di colpi di pistola sparati dalla camorra, tra la totale indifferenza dei passanti. Altra canzone, altra tematica; del tutto attuale tra l’altro. Quella dei lavoratori, affrontata in John Reed; John è infatti un operaio di cantiere, che per chiedere più dignità e sicurezza sul posto di lavoro, si ritrova di tutta risposta licenziato. “Una categoria letteraria, senza tempo” è stata definita dal giovane cantautore; una categoria sempre attuale dunque, delle cui condizioni non si è mai intempestivi a parlarne. “Fuori non piove” è invece il singolo con cui il gruppo entra a far parte del suo primo video musicale, già pubblicato sul canale Youtube del quintetto, girato nella nota location del teatro Mercadante. L’ album si chiude con “Don Quixote”, ballata acustica, dedicata probabilmente a tutti i controcorrente, tutti quelli che ogni giorno ingaggiano battaglie perse in partenza secondo i più. Un poco come questi cinque ragazzi, che nell’era di internet, nell’era dei supporti digitali che la fanno da padrone, pur riconoscendone le potenzialità enormi come mezzi di diffusione, decidono di pubblicare un cd, dimostrando il loro attaccamento alla “materialità”, nel senso di toccare e sentire qualcosa, come si fa sfogliando le pagine di un libro o tenendo tra le mani un cd appunto.

“Ci sentiamo molto dei cantastorie, dei testimoni in presa diretta di ciò che succede nel mondo” è stato detto in occasione dell’incontro nella libreria di piazza dei Martiri. Una definizione senza dubbio felice, che dimostra la voglia di raccontare, di dire la propria attraverso la musica, e non di suonare solo per vendere un prodotto. Atipici dunque in tutto questi cinque ragazzi, sia dal punto di vista musicale, che da quello dei temi affrontati. Una atipicità che intanto ha portato a questo primo (di una lunga serie, si spera) importante traguardo e che potrebbe essere la chiave per conseguirne tanti altri.

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