TORINO Non sarà decisiva e neanche una finale. Ma Italia-Spagna è sempre Italia-Spagna. Una sfida che vale tanto, nella storia così come stasera. Allo Juventus Stadium scenderà in campo una Nazionale che Giampiero Ventura vuole che si confermi squadra: «Italia-Spagna è una sfida affascinante, una partita accattivante, ma non carichiamola di troppi significati: ai Mondiali manca ancora un anno e mezzo», prova a dissimulare il selezionatore azzurro che è alla sua prima grande classica sulla panchina della Nazionale. Di pochi mesi fa, l’impresa della banda di Conte agli Europei, capace di sbattere fuori gli spagnoli e chiudere un ciclo leggendario delle Furie Rosse.
L’obiettivo del commissario tecnico è infatti quello di far punti a prescindere, perché sa che la qualificazione è un obiettivo difficile in un girone così complesso come il nostro. C’è da arrivare primi, quindi gli spagnoli del nuovo corso sono di certo i veri avversari in questa corsa che potrebbe anche non essere una volata a due. Troppe le incognite, a partire proprio dalle squadre meno titolate. «Importante è con quale umiltà e mentalità giocheremo, è una partita importante ma non drammaticamente decisiva. È una sfida stimolante da giocare per vincere ed è quello che proveremo a fare. Contro questo avversario essere al 60% non sarà sufficiente. Adesso le condizioni sono migliori rispetto a due mesi fa, i giocatori hanno sei-sette partite in più nelle gambe e questo è un notevole passo avanti rispetto alle gare con Israele e Francia», ha detto Ventura.
Senza Chiellini tocca a Romagnoli che diventa uno degli uomini chiave della sfida di oggi: «Romagnoli titolare contro la Spagna? Se dovesse giocare è semplicemente uno dei piccoli passi verso il futuro, è un giocatore giovane di qualità e prospettiva», ha dichiarato il commissario tecnico provando a non sbilanciarsi. Il debutto del difensore del Milan è una conseguenza logica delle scelte compiute da parte di Ventura: «Coraggio? È la stessa frase che mi hanno detto quando feci esordire in Serie A Bonucci e Ranocchia, avevano 20 anni e giocavamo a San Siro, mi dissero che era un azzardo. Mi auguro che succeda lo stesso», è andato via per le spicce il cittì.
Romagnoli a parte, è la Spagna a impensierire come è giusto il nostro selezionatore, pronto a scommettere sulla rinascita delle Furie Rosse dopo l’eliminazione dagli Europei e la fine di un ciclo: «Ho la netta sensazione che la Spagna abbia fatto un passo avanti dal punto di vista tattico: l’ho constatato nell’amichevole con il Belgio e nella successiva patita di qualificazione ai Mondiali – ha sottolineato Ventura – Ma la vera differenza per gli spagnoli sta nella testa, nell’entusiasmo, nella spensieratezza, abbinate alla qualità di sempre».
Da ex allenatore granata, per Ventura tornare a Torino, anche se nello stadio della Juve, non rappresenta una banalità: «Italia-Spagna nello stadio di Conte? I paragoni col passato verranno fatti in ogni caso. C’è gioia per il fatto di tornare qui dove ho vissuto uno spicchio della mia vita professionale – ha ricordato – Le volte che sono stato allo Stadium ha sempre vinto la squadra di casa, speriamo che questa tradizione si avveri anche stavolta».
Piedi ben saldi a terra anche per il capitano di ieri e di oggi, Gigi Buffon: «Ci vuole la stessa umiltà e la stessa voglia di fare il risultato a tutti i costi, proprio come agli Europei».
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Articolo pubblicato sui 18 giornali locali del Gruppo Espresso il 6 ottobre 2016
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