MILANO La storia infinita. Italia e Germania recitano stasera a San Siro l’ennesimo atto di una sfida che continua da sempre. L’ultima, quella di luglio scorso agli Europei francesi, ci ha lasciato l’amaro in bocca. I rigori orribili di Zaza e Pellè, la vittoria tedesca che mise fine al sogno dell’ItalConte, quella che ha lasciato il segno. È una signora partita, insomma, sia pure vestita da amichevole e che arriva dopo la vittoria di Vaduz contro il Liechtenstein che permette agli azzurri di chiudere il 2016 in testa al gruppo di qualificazione per i Mondiali a pari merito (ma con meno gol segnati) della rinata Spagna.
E proprio la sfida decisiva con gli spagnoli del 2 settembre 2017 ha preso il sopravvento in questa vigilia non proprio semplicissima. «Ho chiesto di giocare tre domeniche di campionato prima di incontrare la Spagna ma mi hanno detto di andarmi a ricoverare, quindi vanno bene due», ha dichiarato il commissario tecnico non senza nascondere il suo rammarico. «A settembre la differenza di gamba fra noi e la Francia era abbastanza evidente. Perché non giocare il 13 agosto? Lo fanno tutti, ma noi siamo un po’ schematizzati. È nell’interesse nazionale andare a giocarsela ad armi pari», ha provato a perorare la causa il selezionatore che però si è già visto sbattere una porta in faccia dalla Juventus, proprio come accadde al suo predecessore Conte: «È normale che Ventura avendo a cuore le sorti della Nazionale dia dei suggerimenti ma – ha puntualizzato l’amministratore delegato juventino Beppe Marotta – questi suggerimenti cozzano con le attività dei club sia in termini di preparazione estiva, sia in termini di partecipazione alle competizioni».
Insomma, un modo per bloccare l’iniziativa ed eventuali fughe in avanti. Venerdì la questione verrà affrontata (ma non risolta) nel previsto Consiglio di Lega. Solo tra dicembre e gennaio prossimi, però, verrà deciso il calendario sia da noi che in Spagna. Difficile la quadratura del cerchio caldeggiata dal cittì che finge ottimismo con una frase di maniera: «Non c’è stata né apertura né chiusura».
C’è la Germania a San Siro, nel frattempo. Amichevole fino a un certo punto, la partita si presenta tosta con i campioni del mondo che non tolgono mai la gamba, anzi. «Nessuna paura di prendere una batosta – ha chiarito Ventura – piuttosto abbiamo la possibilità per aprire una finestra sul futuro. Certo sarebbe stato meglio giocare una partita meno impegnativa, o almeno con un paio di giorni in più di allenamenti». Contro i tedeschi si torna alla difesa a tre (Rugani, Bonucci, Romagnoli), abbandonando quel 4-2-4 collaudato con il Liechtenstein: «In quattro giorni abbiamo cambiato il modo di stare in campo, la partita di Vaduz ha detto che si può fare, anche molto meglio, con avversari più forti. Ma serve il tempo di crescere per poterlo fare. Con la Germania, la squadra più forte e più organizzata, non avremo timore, però dobbiamo tutelare il nostro piccolo patrimonio sperando che diventi grande». Il patrimonio sono i giovani da lanciare «senza buttarli sul trapezio senza rete», si affretta a dire Ventura. Dentro Insigne e Bernardeschi dal primo minuto, fuori invece Politano per infortunio e Candreva acciaccato, confermatissimo Belotti. Nel secondo tempo entrerà anche Donnarumma al posto di Buffon.
Già venduti quarantamila biglietti. A San Siro di amichevole non ci sarà neanche il clima: stasera prevista qualche nube e più o meno gradi 6 di temperatura. Meglio coprirsi.
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Articolo pubblicato dai quotidiani locali del Gruppo Espresso il 15 novembre 2016
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