Prima, l’importantissima quanto sofferta vittoria di San Siro contro il Milan, poi, il passaggio in semifinale di Coppa Italia ai danni della Fiorentina. Contro la viola si è visto ancora una volta l’ottimo Napoli dell’ultimo periodo, bello e discretamente concreto. Perché sarà pur vero che si sbaglia ancora tanto sotto porta, ma gli uomini di Sarri sono a cinque vittorie su cinque nel mese di gennaio. E se dovessero arrivare i tre punti anche contro il Palermo, gli azzurri riuscirebbero in qualcosa di inedito negli ultimi anni: un gennaio di sole vittorie (gli scaramantici facessero i dovuti scongiuri).
Così come è inedita, ma andrà confermata nei prossimi match, una nuova qualità: il saper soffrire. Troppe volte infatti succedeva a questo Napoli di sbandare, subire l’avversario e incassare spesso e volentieri gol. Beninteso, alcuni problemi in difesa ancora vanno risolti viste le reti incassate rispetto alle dirette rivali, ma quello che è emerso contro la squadra di Paulo Sousa nel secondo tempo, ed ancor di più nel match contro il Milan di sabato sera, è una nuova capacita di serrare i ranghi, di stringere i denti e fare salvi i tre punti. Una caratteristica nuova, evidenziata, tra l’altro, dallo stesso allenatore nel post partita contro i rossoneri. Questo è un passo importante per una squadra che vuole arrivare al vertice, perché certo non si può vincere solo quando si gioca alla grande per novanta minuti. Forse è questo quello scatto a livello di mentalità che va fatto, tanto dai giocatori quanto dal mister. Rimane comunque prematuro dire se tale virtù sia entrata o meno nel Dna della squadra; le prossime partite, specie quelle che attenderanno gli azzurri da metà febbraio in poi, saranno chiarificatrici in tal senso.
La partita con la Fiorentina andrà poi ricordata anche per l’esordio, meno per la prestazione, dal primo minuto di Leonardo Pavoletti. L’acquisto di gennaio del Napoli è sembrato, come era lecito aspettarsi, ancora da recuperare per quanto riguarda il ritmo partita, così come è ancora lontano dall’essere pienamente inserito nei meccanismi della squadra. Aggiungendo infine un feeling con il gol da ritrovare. Tutto nella norma comunque, giocare dal primo minuto dopo mesi non è facile, specie in una squadra nuova. Il giocatore però non si discute, con un po’ di tempo potrà dare un contributo prezioso alla causa.
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