Una notte magica. È quella che Roberto Mancini vorrebbe per entrare con la sua Nazionale nella storia. In sedici mesi l’Italia è passata dall’abisso della mancata qualificazione ai Mondiali alla vetta di un girone letteralmente dominato. Vincere questa sera contro la Grecia significa qualificarsi con tre turni d’anticipo all’Europeo del 2020, un record. La cornice è perfetta, visto che all’Olimpico sono previsti quasi in sessantamila. Roba che da anni non si vede per una partita della Nazionale.
Da buon condottiero, Roberto Mancini però avverte: «Intanto ci dobbiamo qualificare e c’è un avversario di fronte, dobbiamo passare questo scoglio che non sarà così semplice». Vero è che la Grecia non ha nulla da dire nel girone, essendo già eliminata. Difficile poi credere che gli azzurri sottovalutino l’avversario proprio a un passo dalla meta.
Un primato costruito vincendo tutte e sei le partite giocate fino a questo punto. Un filotto importante che ha spazzato via i dubbi, tanto da permettere al commissario tecnico di scommettere sul futuro: «L’Europeo è il nostro obiettivo principale perché è la prima competizione importante che avremo – ha argomentato Mancini – vogliamo fare bene e andare fino in fondo perché la vittoria in quel torneo manca in bacheca da tempo alla Nazionale, ma prima c’è la Grecia. Hanno cambiato allenatore, probabilmente anche modulo e hanno lasciato a casa i giocatori più esperti per provare i nuovi. Non sarà una partita semplice per questo motivo». Sgambettare la nuova Grecia targata Van’t Schip porterebbe a quota sette i successi consecutivi degli azzurri. Tra i commissari tecnici Mancini, che ha già eguagliato Valcareggi e Trapattoni, ora ha nel mirino addirittura Vittorio Pozzo che tra il 1938 e il ’39 di vittorie ne inanellò nove di seguito.
Numeri a parte (a proposito, l’Italia non perde in casa una gara ufficiale dal 1999, quando al San Paolo si arrese alla Danimarca), quello che più interessa Mancini è fare bene: «Non sappiamo come giocherà la Grecia ma per noi non deve cambiare niente. Abbiamo la nostra impronta di gioco e il nostro obiettivo deve restare quello di fare il nostro gioco», tira dritto il ct.
Pochi i dubbi di formazione. In attacco con gli inamovibili Insigne e Chiesa stavolta prende la maglia Immobile. Martedì in Liechtenstein, invece, toccherà a Belotti. L’altro ballottaggio è a centrocampo ma Barella è favorito su Bernardeschi. Fascia di capitano ancora a Bonucci che, prima di parlare dei greci, si è mostrato molto colpito dall’incontro con i piccoli degenti dell’ospedale Bambino Gesù di Roma: «Ci hanno regalato un sorriso – ha spiegato l’azzurro – chi come me ha passato momenti di difficoltà in quei reparti sa cosa significa. Abbiamo detto ai bambini che per noi sono un esempio e gli abbiamo promesso che l’Italia vincerà anche per loro. In questi mesi in azzurro ci siamo divertiti tanto e abbiamo riportato entusiasmo».
Ad accompagnare Mancini verso la storia anche degli amici molto speciali. Alla rifinitura c’era Sinisa Mihajlovic, mentre Gianluca Vialli da novembre dovrebbe diventare il capo delegazione della Nazionale: «Sono qui in veste di ambasciatore dei volontari di Euro2020, nei prossimi giorni parleremo di come allargare il mio contributo. Da marzo sto facendo altre cure, dovevo essere in buone condizioni per prendere questo impegno. Sto bene, bisogna avere pazienza, è dura più di quanto uno possa sperare ma oggi ci sono le condizioni giuste per cominciare». Per Mancini e i suoi amici è una notte magica anche per questo.
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Articolo pubblicato sui giornali del Gruppo GNN sabato 12 ottobre 2019
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