Il Settebello non molla mai. A tre anni dal trionfo iridato di Gwangju, gli azzurri della pallanuoto si giocheranno domani il titolo mondiale contro la Spagna, la stessa avversaria battuta in finale nel 2019. Tutta grinta e determinazione la vittoria di ieri in semifinale contro la Grecia, superata di un gol (11-10) al culmine di una gara bollente. Gli iberici hanno invece sconfitto la Croazia 10-5 nell’altra semifinale.
Decisivo il portiere Del Lungo
Alta tensione sin dall’inizio della sfida con i greci sull’Isola Margherita di Budapest, teatro dei Mondiali 2022. La squadra di Sandro Campagna è superiore a quella greca, soprattutto nel nuoto e nelle conclusioni dalla distanza. Ma l’avversario è di quelli scorbutici, capace di tenere sotto ritmo la partita anche nei momenti cruciali. Ne guadagna la suspense con i due team che regalano emozioni a ripetizione, come del resto merita una semifinale mondiale. Alla fine è il capitano azzurro, il portiere Marco Del Lungo, il migliore in campo in assoluto. E questa la dice lunga su come sono andate le cose in vasca. Se sugli spalti si contano 37 gradi, sotto il livello dell’acqua se possibile la temperatura è rovente. Gli azzurri prendono il largo al massimo di due gol, ma a metà partita la parità è perfetta: 6-6. È nel terzo tempo che Del Lungo cala la saracinesca, permettendo il massimo vantaggio azzurro (9-6) che si concretizza nell’ultimo quarto con i gol firmati da Di Fulvio, Presciutti e Dolce, quest’ultimo miglior marcatore azzurro del match. Il finale è una corrida, risolta da un missile di Di Fulvio. Il parapiglia finale porta tanto nervosismo e un rigore ai greci trasformato da Vlachopoulos. Si chiude con un retropassaggio da brividi di Di Somma mentre gli azzurri festeggiano e suona la sirena.
La gioia del ct Campagna
Teso come una corda di violino, super concentrato come da cliché, il ct Sandro Campagna si è lasciato andare solo a pochi secondi dalla fine del match, stringendo la mano a tutti gli avversari e commentando con calore il match: «Una partita straordinaria contro una grandissima squadra. All’inizio non davamo ritmo e in accelerazione eravamo pesanti, poi abbiamo ingranato e abbiamo gestito», ha spiegato ancora Campagna, che a Budapest ha portato una nazionale dal volto assai diverso dopo la delusione ai Giochi di Tokyo dell’anno scorso. «Si vedeva che avevamo una certa superiorità – ha aggiunto Campagna -. Mi è piaciuta la maturità perché abbiamo accelerato quando dovevamo accelerare e gestito quando dovevamo gestire, pensando bene alla difesa. Dobbiamo correggere ancora qualcosa di gambe e di testa. Degli arbitri non parlo perché sono stato ammonito e alla fine ho rischiato tantissimo». Campagna ora ha poco più di un giorno per preparare la finale con gli spagnoli. Il Settebello, alla settima finale iridata della storia, in questo torneo ha perso una sola volta proprio contro la Spagna, nel girone di Sopron. Bisogna riscattarsi. E tenersi stretto l’oro mondiale. —
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Articolo pubblicato su La Stampa di sabato 2 luglio 2022
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