L’Europa siamo noi. Lo slogan da campagna elettorale è in realtà la sintesi perfetta dell’Italvolley che dall’Under 17 in su vanta in questo momento tutti i titoli continentali disponibili. Fantastico il biennio partito nel 2021, proprio con la doppia vittoria agli Europei. Titoli che in questa estate vanno difesi nei due tornei che si giocano per larga parte in Italia. Successi frutto di una filosofia costruita in questi anni, alimentando gruppi di lavoro sempre più allargati. Sia le azzurre che gli azzurri, questi ultimi laureatisi anche campioni del mondo nel 2022, fanno dell’unione la loro forza. Lo gridano anche alla fine dei time out le ragazze allenate da Mazzanti. È però soprattutto nei raduni che si concretizza il concetto di filiera: le nazionali giovanili sono lì, in una osmosi tecnica e valoriale che rappresenta una ricchezza prima ancora che un naturale serbatoio.
Il ministro per lo sport Andrea Abodi ha definito «facile e piacevole» lavorare accanto al mondo della pallavolo, esaltando la Federvolley definita «non solo vincente, ma anche convincente, perché ha costruito nel tempo una scuola, e l’ha fatto a scuola». La formula giusta come certifica uno degli artefici della rivoluzione culturale del volley italiano, il santone argentino Julio Velasco: «Nello sport non basta fare le cose bene, basta farle meglio degli altri. In questo senso la Federazione ci fa dormire sonni tranquilli. Poche realtà investono come la Fipav, il che è un motivo importante di tutti questi successi. Pochi Paesi sono sviluppati come l’Italia della pallavolo». Velasco ha vinto tutto e ora sta per lasciare la Federazione dopo aver coordinato in questi anni le attività delle rappresentative azzurre giovanili. Proprio quelle che hanno ottenuto vittorie internazionali in serie: «La Federazione ha appoggiato ogni mia richiesta in questi anni – ha spiegato di recente il tecnico argentino -. Abbiamo il dovere di creare entusiasmo e non l’obbligatorietà della vittoria. Il giovane va a scuola, deve studiare, ha ripetizioni, è sempre e comunque sotto pressione, giocando tanto e non avendo quasi mai un giorno libero. I nostri ragazzi devono avere il tempo che un adolescente ha bisogno di avere». Fateli crescere in santa pace, insomma. Questo uno dei cardini della filosofia di Velasco che adesso tornerà ad allenare un club, il Busto Arsizio nella serie A1 femminile. Uscirà di scena il 31 di questo mese. A coordinare tutta l’attività degli azzurrini da settembre ci sarà Fefè De Giorgi, il commissario tecnico dei campioni del mondo.
In sella dall’agosto del 2021, subito dopo il deludente percorso olimpico a Tokyo con Blengini in panchina, il primo allenatore della Nazionale è uno che tiene unito il gruppo, arricchendolo con i giovani che si allenano insieme ai top player in quella che si può tranquillamente definire una squadra allargata. «Credo che il percorso che abbiamo iniziato è molto interessante – ha sottolineato spesso De Giorgi – e non solo tecnicamente ma anche sotto l’aspetto valoriale per costruire fondamenta solide. C’è spazio per tutti». Parola già mantenuta, visto che nella recente Nations League sono stati 26 gli azzurri messi in campo con ben 6 esordienti. E tanti altri sembrano già pronti al grande salto: uno per tutti Alessandro Bovolenta, l’opposto 19enne con la pallavolo nel sangue, proprio come il compianto papà Vigor. A proposito: sua sorella, Arianna, classe 2008, si è appena laureata campionessa d’Europa Under 17. La storia continua.
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Articolo pubblicato su La Stampa del 2 agosto 2023
LA STAMPA (pagina 37) 2-8-2023
Articolo pubblicato sul sito de La Stampa mercoledì 2 giugno 2023 (consultabile a questo link)
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