Per carità, non chiamatelo re Mida. Eppure lo score di Daniele Santarelli parla chiaro: 5 scudetti, 4 Coppe Italia, 5 Supercoppe, due Mondiali per club e una Champions da allenatore dell’Imoco Conegliano. Da commissario tecnico un Mondiale con la Serbia nel 2022 e poche settimane fa una Nations League con la Turchia, la nazionale delle stelle che è tra le favorite a EuroVolley 2023. Oggi l’esordio nella Pool C del torneo continentale contro la Svezia a Dusseldorf.
Ci siamo: in campo agli Europei con la sua Turchia che è tra le favorite…
«No, andiamoci piano. Non penso assolutamente che siamo fra le favorite».
Cos’è scaramanzia?
«Penso solo che la Turchia, come altre squadre, ha delle importanti possibilità di andare a medaglia. Ma se vediamo il nostro possibile cammino in questi Europei è probabilmente uno dei più ardui. Certo, la Nations League è un ottimo risultato per noi, ma aver vinto non deve farci pensare che ora siamo la squadra favorita».
In giro c’è molta concorrenza insomma…
«Ci sono squadre che in questo momento hanno sicuramente molto di più rispetto alla Vnl, vedi Serbia e Italia: molte pedine in più e la voglia di riscattarsi dopo una Nations League non giocata al loro livello. Poi ci metto la Polonia che è una squadra con un ottimo roster e che ha dimostrato durante la Vnl di essere al top con tutte le pedine al posto giusto, con un grandissimo allenatore e che ha meritatamente preso un bronzo. Noi siamo una ottima squadra ma non so se andremo a medaglia».
Come vede l’Italia rivoluzionata da Mazzanti: fuori Egonu, Antropova titolare. Calendario e scongiuri alla mano, ci si potrebbe vedere direttamente alla Final Four di Bruxelles…
«L’Italia credo che sia sempre la favorita, insieme alla Serbia, per vincere questa competizione per tanti motivi: per esperienza, per numero di giocatrici, per alternative. E hanno lasciato a casa delle giocatrici. Eppure il livello è sempre altissimo, quindi credo che il loro cammino è un po’ più semplice rispetto al nostro. Immaginare un’Italia già in semifinale è prevedibile».
Tra le azzurre lasciate a casa c’è sua moglie, Moki De Gennaro. Che effetto fa?
«Monica si sta godendo la famiglia ed è con i suoi parenti. Non le è mai capitato in questi anni, quindi credo che questa estate sia stata importante per lei, bella dal punto di vista umano e personale. Facciamo il nostro lavoro, lei lo ha sempre fatto nel migliore dei modi, io nei miei e così sarà fino all’ultimo giorno che faremo questo mestiere».
Lei ha in squadra Vargas, Erdem, Karakurt, Gunes… Come si gestisce l’abbondanza?
«È un vantaggio enorme. Di top player ne ho allenate tantissime in questa mia breve carriera. Per me è un privilegio e un onore. Per quanto mi riguarda è estremamente semplice, perché sanno fare il loro lavoro da anni. Per me essere il loro allenatore è bellissimo, quindi è tutto molto semplice, vogliamo tutti la stessa cosa: provare a vincere».
Un Paese come la Turchia è spesso criticato per la condizione delle donne. Come sta vivendo questa situazione?
«Da quando sono arrivato qui non ho mai percepito questa cosa. La pallavolo femminile è più importante e seguita di quella maschile. Le donne qui sono ammirate ed è fantastico vedere quanto seguito hanno. Non mi sto trovando male e non sto vedendo differenze rispetto ad altri Paesi».
Non la chiamo più re Mida, allora?
«Ma no, non sono il re Mida del volley. Ho avuto la fortuna di lavorare con federazioni importanti, con atlete fantastiche. Per questo mi è capitato di vincere tante cose, però sono stato anche molto molto fortunato». —
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Intervista pubblicata su La Stampa del 18 agosto 2023
LA STAMPA (pagina 37) 18-8-2023
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