di Angelo Di Marino
E’ passato meno di un anno. Ma il tempo per qualcuno passa invano. Primavera inoltrata del 2011, Berlusconi alla Mostra d’Oltremare, tirato per la giacchetta da Lettieri, prometteva ai napoletani che non avrebbero pagato la Tarsu fino a soluzione del caos rifiuti.
Poco prima aveva rassicurato gli astanti sullo stop degli abbattimenti. Fu l’inizio della fine. Per Lettieri e per il Pdl napoletano che era sicuro di stravincere, un anno dopo la vittoria di Caldoro su De Luca. Ieri a Paestum ci ha pensato l’ex guardasigilli Nitto Palma, commissario del partito dopo la bufera Cosentino, a tirare fuori dal cilindro la “riapertura del condono” e rendere così i “salernitani uguali agli altri italiani che ne hanno già beneficiato”. Non fosse altro che per scaramanzia, era l’ultimo degli argomenti di cui parlare a un congresso, quello del Pdl salernitano, che in questi giorni si confronta anche con l’inchiesta dell’Antimafia sul tesseramento. E dire che proprio Palma e prima di lui Cirielli si erano spesi in lodi alle Procure sia nel caso delle tessere che in quello di Gambino, alla sbarra per camorra, individuando nei magistrati i veri tutori del garantismo.
Lo spunto populista di Palma ha il sapore dello yogurt scaduto, lo stesso di certa politica che proprio non sa intercettare il cambiamento. Nonostante la spinta cauta ma trasversalmente innovatrice portata da Caldoro e la indiscussa leadership di Cirielli che a Salerno declina il partito a sua immagine e somiglianza. Anche la scontata liturgia congressuale di un partito mai confrontatosi in questi anni non merita questo. Sapendo che dopo la prima difficilmente avrà una seconda occasione.
pubblicato su “la Città” dell’11 marzo 2012
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