Abbiamo bisogno di normalità

di Angelo Di Marino
Non è un Natale come tutti gli altri. Siamo troppo schiacciati dalla crisi e dalle incertezze per poter respirare a pieni polmoni quell’atmosfera calda e avvolgente che buca il freddo e anche i cuori meno teneri. Con la voglia di chi non vuole abbattersi, proviamo almeno in questi giorni a sperare, guardando avanti senza girarci troppo indietro.
Per poterlo fare dobbiamo però calarci nella realtà che ci circonda. Sul web, ad esempio, è facile imbattersi in una foto di Barack Obama che gioca con un bambino vestito da Spider Man. E lui, l’uomo più potente del mondo, che finge di finire nella rete dell’Uomo ragno, mimando di annaspare. Ma troviamo anche il Presidente mentre fa le flessioni durante una partitella di basket persa inopinatamente, oppure quando piange pensando ai bimbi sterminati da un folle in una scuola elementare. Al di là del curatissimo aspetto propagandistico, siamo in presenza di cose normali (ridere, piangere, scherzare, giocare) fatte dall’uomo dell’anno, come ha titolato la rivista Time. Ecco, pensandoci giusto un attimo, forse tutti noi vorremmo vivere in un paese in cui il primo ministro, la guida della nazione, facesse cose normali. Senza pretendere la calcolata spregiudicatezza di Obama, per carità. Ci basterebbe un premier che provasse a prendere un autobus nell’ora di punta, che facesse per una volta la fila alle Poste per pagare l’Imu, che ritagliasse i buoni sconto dai volantini per fare la spesa al discount, che provasse l’impareggiabile ebrezza di una coda al casello dell’autostrada incastrato tra i pendolari che rischiano di perdere il posto se fanno tardi. Roba semplice, mica gli atletismi del presidente americano che, diciamola tutta, ha anche il fisico per fare certe cose.
Vorremmo che ci guidasse uno vicino alle cose concrete, al vero volto di un Paese che è rappresentato invece da alieni, distanti milioni di anni luce da noi. Prendete Salerno. Da un lato il sindaco-ministro, alle prese con una interminabile campagna di posizionamento che prevede, prima dello sbarco a Roma nella squadra di Bersani, l’occupazione di quanti più posti possibile in Parlamento. Le primarie bis del Pd, previste per la settimana prossima, prevedono l’ennesima spartizione territoriale, con nomi e cognomi scelti tra i fedelissimi e su cui far convergere voti nel tentativo di toglierli ad altri. E far pesare sullo scacchiere i pedoni quanto le torri, in un gioco che ha nella conquista del potere il suo scacco matto finale. Per mantenere il parallelismo natalizio, si pretende di mettere sul presepe i Re Magi avendo però tra le mani i pastorelli piccoli, quelli che andrebbero collocati in lontananza e non davanti alla Grotta.
A destra peggio che andar di notte. Il ritorno della Mummia, come con l’amabilità di sempre i francesi hanno definito l’autocandidatura di Berlusconi, ha spacchettato il Pdl che, in provincia di Salerno, non è mai veramente nato. Sfilacciato sin dall’origine in correnti, sembrava aver trovato una militaresca quadratura nel Principe d’Arechi. Travolto dalle inchieste (a Pagani, Scafati, Angri, Cava, Nocera e via di questo passo) e dal depotenziamento della Provincia, unico feudo in mano al principe, il centrodestra in salsa salernitana ha un solo obiettivo: riconfermare in Parlamento il correntista titolare Cirielli, ormai lontano da Salerno per causa di forza maggiore che altro non è se non l’autopromozione necessaria per potersi garantire una candidatura, costi quel che costi. Il resto è talmente poca cosa che manco merita un rigo.
Le premesse sono più o meno queste. Ora immaginate di dover scrivere la letterina a Babbo Natale. Cosa chiedereste? Salute, soldi, felicità la penna quasi li scrive da sola. Poi ci mettereste i personaggi appena descritti a guidare il vostro futuro? Siete pronti a scrivere nomi e cognomi protagonisti del solito copione? Cos’è, vi è forse caduta la penna? L’inchiostro è finito? No, è che a Babbo Natale non si dicono mai le bugie.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

pubblicato su “la Città” del 23 dicembre 2012

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