Incalzato dalle domande del direttore de “la Città”, Angelo Di Marino, alla fine il segretario del Psi, il vice ministro alle Infrastrutture, Riccardo Nencini, ha ceduto. E nonostante abbia giocato in difesa durante tutta l’intervista, stando attento a non citare nessun politico locale, proprio in zona Cesarini ha gettato la spugna, tirando in ballo il governatore della Campania, Stefano Caldoro. “Socialista – ha evidenziato – è uno degli aggettivi più abusati. Con Caldoro ho condiviso amicizia e militanza ma non posso nascondere che mi è complicato addirittura solo pensare come alcune cose possano essere mischiate. Perché tra destra e sinistra esiste ancora una bella differenza”. Ed è stata questa l’unica concessione “territoriale” del rappresentante del Governo, intervenuto ieri pomeriggio al Summer camp nazionale della Federazione giovani socialisti, presso l’hotel Mediterraneo di Salerno. Nencini, infatti, ha spaziato , a trecentosessanta gradi, sui problemi del Paese, sottolineando a chiare lettere come se non si volta pagina si corre seriamente il rischio di un default. E pungolato da una domanda provenuta dal pubblico, formulata da Luigi Avella, ex segretario del Psi di Cava de’ Tirreni, che ha chiesto cosa s’intenda fare per i precari, Nencini ha evidenziato come la risoluzione del problema del precariato avrà tempi lunghi. “La prima cosa da fare adesso – ha aggiunto – è trovare un’occupazione a chi non ce l’ha. Il resto va affidato al rilancio dell’economia”. Tra i temi affrontati anche quello della palude burocratica, argomento “caro” al sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, in cui si sono impantanati sia Piazza della Liberta che il Crescent. “In Italia, per un’opera pubblica– ha rimarcato il vice ministro – tra approvazione del progetto e apertura cantiere trascorrono, in media, 4 anni. Noi viviamo nell’epoca della velocità e la democrazia è uno strumento faticoso, che obbliga ad un confronto costante, continuo e durevole. La domanda che mi faccio spesso è se la democrazia sia compatibile con la velocità dei nostri tempi”. Un altro dei nodi che sempre più spesso vengono al pettine, anche a Salerno e in Campania, è quello del trasporto pubblico locale. “Nel nostro Paese – ha precisato Nencini – la benzina e il gasolio costano di più che nel resto dell’Europa ma nonostante ciò si è di fronte ad un paradosso straordinario: gli italiani usano, più che in passato, l’auto . A parte questa stranezza c’è da dire che abbiamo mezzi più vecchi che in altre nazioni e una sindacalizzazione orribile, che consente una media chilometri in Italia di 9 mila 500 l’anno, tra le più base del Vecchio continente. Perciò dobbiamo rivedere le nostre abitudini, che si stanno dimostrando poco sane, e nella riforma che stiamo approntando non transigeremo su determinati punti”.
testo da “la Città”-riproduzione vietata
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