di Angelo Di Marino
Contagiata dalla Grecia, l’Europa di questi giorni sembra piuttosto malconcia. Alle prese con una crisi non tanto economica quanto politica, l’Occidente mostra al mondo intero il suo fiato corto. Poggiata su basi nobili ma fragili, l’Unione europea ha confermato di essere in grado solo di prendere atto di quanto accade, senza poter formulare la minima azione risolutiva. Schiacciata tra gli interessi dei forti e i debiti dei deboli, l’Europa è avvinghiata in un abbraccio mortale. Il dato che delude viene dalla totale assenza di politiche economiche e di sostegno che siano capaci di fronteggiare seriamente la crisi mondiale. E invece niente: in Inghilterra non si sa chi è maggioranza e chi minoranza, in Germania la signora Merkel pensa più a dire no che a costruire qualcosa, di Atene sappiamo fin troppo, in Spagna il fascino di Zapatero è già al capolinea, mentre in Italia sentiamo parlare solo di case pagate da Anemone e di correntismo spinto. Chi affronta il toro per le corna? Chi mette sul tavolo progetti che permettano la risalita? Chi studia strategie che diano nuova linfa alle imprese? Nessuno. Non c’è manco l’ombra di un piano che tuteli l’industria e il lavoro.
Pensate a quanto sta accadendo proprio da noi. Centinaia di posti persi, indici tutti con il segno meno, l’Istituto Tagliacarne che ci sbatte sotto il muso un poco invidiabile record di cassintegrati: questa è la situazione a Salerno, Sud, Italia. Domani, evento unico che dà la piena misura della situazione, la giunta di Assindustria si terrà alla presenza degli assessori provinciali. Qualcosa si muove. Ma serve molto altro.
pubblicato su “la Città” del 9 maggio 2010
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