Manco fosse la sceneggiatura di un film, o la trama di un libro dal lieto fine dolcissimo. Nella gara contro il Frosinone va in scena il copione perfetto, che meglio di cosi non poteva essere scritto. Risultato rotondo, accesso diretto alla prossima Champions League, record di reti in serie A battuto da Gonzalo Higuain (36 gol in 35 match giocati). “Non ci credo, non ci credo, ma questo è un film” il genuino e spontaneo commento di Adani e Compagnoni di Sky, al terzo gol del Pipita in rovesciata che ad alcuni avrà ricordato anche quella decisiva di Pelè nei panni di Luis Fernandez, nel celebre film Fuga per la vittoria. Come in un film appunto.
Quella degli azzurri è stata un’annata coinvolgente, emozionante, ma anche sofferta, specie nelle ultime partite. Leitmotiv della stagione è stato il gioco, sempre propositivo e votato all’attacco, ma allo stesso tempo equilibrato e in cui tutti gli interpreti hanno dato il loro contributo. Grandi meriti per questo vanno attribuiti al nuovo mister, Maurizio Sarri, vero innovatore e artefice del positivo campionato del Napoli. Ma ovviamente agli stessi giocatori, per la disponibilità e lo spirito di sacrificio dimostrati. Ma cosa ha portato il gioco? Risultati tangibili o mero spettacolo fine a se stesso? Già il solo piazzamento finale rende la risposta evidente; ma andiamo più a fondo. Pipita e compagni, lo si può tranquillamente dire, hanno riscritto le statistiche e i migliori risultati della storia del club: record di vittorie consecutive (8), maggior numero di vittorie (25) e reti (80) in campionato, record di punti (82), minor numero di reti subite (32). Con un San Paolo tornato ad essere vero e proprio fortino, considerando lo zero nella tabella delle sconfitte in casa.
Ma non è finita qua. Tanti gol è vero, ma anche tante occasioni create non sempre sfruttate a dovere. 518 tiri, di cui 256 in porta, ce la dicono lunga sulla mole di gioco creata dagli azzurri. Tanti gol grazie anche alla vena di assist man mostrata in particolare da Hamsik e Insigne, entrambi al terzo posto nella classifica dei passaggi vincenti (8). Una squadra votata all’attacco però non è detto che debba necessariamente subire perché sbilanciata. Troviamo infatti gli uomini di Sarri in fondo alla classifica delle parate, appena 61, a dimostrazione dei grandi passi avanti registrati dal reparto arretrato e, più in generale, dall’intera fase difensiva. Per far tutto ciò, per coniugare al meglio gioco offensivo ed equilibrio, va da sé che gli undici in campo devono macinare chilometri. Con 107,61 km percorsi, il Napoli è secondo nella particolare classifica della distanza percorsa durante l’ intero campionato. Spiccano poi le particolari doti di ruba palloni di Koulibaly, Allan e Jorginho con gli ultimi due in particolare vero e proprio argine a centrocampo.
Rammarico per non aver aggiunto un trofeo alla bacheca con tutte queste note positive? Forse un poco si. Ma il sentimento generale, di squadra e tifosi, è di assoluta soddisfazione. Perché si è andati oltre le aspettative di inizio anno, perché il tutto è stato raggiunto con il calcio più bello da vedere, perche per diversi momenti si è davvero creduto di coronare il sogno tricolore, perché le prospettive tecniche ed economiche dell’ immediato futuro sono invitanti. Ma è fondamentale una cosa a questo punto: che il campionato 15-16 sia un punto di partenza e non di arrivo; una base, un’ottima base, sulla quale costruire e crescere. E mentre i tifosi con un occhio già guardano al mercato estivo, una fiera dei sogni di nomi e campioni che già si è messa in moto, con l’altro si guarda ancora all’anno appena trascorso. Con grande felicità.
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