Italia-Serbia 2-3: lacrime e orgoglio, il sogno azzurro sfuma in extremis ai Mondiali di pallavolo femminile

Italia seconda ai Mondiali donneL'Italia medaglia d'argento ai Mondiali di pallavolo femminile in Giappone (foto Ansa)

Senza l’oro al collo ma con l’argento vivo addosso. L’Italia più giovane di sempre della pallavolo femminile non vince il Mondiale in Giappone, battuta al tie-break da una Serbia campione d’Europa e ora anche del pianeta. La meravigliosa avventura delle azzurre si ferma al tredicesimo gradino, quello dove inciampa e svanisce il sogno di tornare a conquistare il titolo iridato che manca da 16 anni (Mondiali di Berlino).
A fare la differenza nella finalissima di Yokohama sono stati i particolari. Nella fase decisiva della gara, la Serbia ha infatti saputo scalare le marce affidandosi ai due martelli, Boskovic e Mihajlovic, che hanno incrociato traiettorie imprendibili, capitalizzando un bottino di 45 punti in due e mettendo in ginocchio il muro azzurro, apparso meno brillante del solito sotto rete. Le nostre, invece, hanno insistito troppo sulle conclusioni di Paola Egonu, icona del Mondiale e inarrestabile per tutto il torneo, penalizzando il palleggio.
Questione di centimetri e di esperienza, come nel caso della regia affidata sul fronte serbo all’impeccabile e sempre lucida Ognjenovic, veterana più grande di dodici anni della nostra Malinov, calata alla distanza dopo un primo set da urlo. Le azzurre sono arrivate al set decisivo, il quinto appunto, scariche più mentalmente che fisicamente. Lo dimostrano i 5 errori che hanno permesso il sorpasso alle serbe che per metà del tie-break guardavano la targa alle nostre.
Meno bella da vedere ma cinica la Serbia, spumeggiante e poco spietata l’Italia di Mazzanti. «Siamo arrivati qui sognando di giocare questa partita – spiega il commissario tecnico azzurro –. Dobbiamo tenerci stretti il modo in cui siamo arrivati in finale. Le ragazze si sono rese protagoniste di un salto di qualità eccezionale, dopo aver avuto anche momenti in cui abbiamo vacillato perché le cose non venivano come speravamo». Il cittì ha disegnato col tratto da archistar un progetto dalla linea moderna e accattivante, proiettata verso il futuro.
Adesso, però, è il momento delle lacrime perché «perdere così brucia un po’. Abbiamo lottato fino alla fine. Tra qualche giorno apprezzeremo di più questa medaglia d’argento», singhiozza la capitana Cristina Chirichella. «Ce l’abbiamo messa tutta – parola di Miriam Sylla, migliore schiacciatrice del torneo – ce la siamo giocata fino alla fine, ma forse loro sono state un po’ più ciniche di noi nei momenti chiave. Siamo state a un passo dall’oro che purtroppo non è arrivato davvero per un soffio».
Il sestetto ideale di questi Mondiali vede quattro azzurre titolari: Egonu migliore opposta, Malinov regista, Sylla schiacciatrice e De Gennaro libero. Migliore giocatrice del torneo la serba Boskovic, quella che di fatto ha spezzato il sogno dell’Italia con le sue bordate. L’anagrafe e la cifra tecnica depongono a favore delle nostre. Il 2019 sarà l’anno della verità: c’è da giocare Nations League, qualificazioni olimpiche, Europei e (forse) Coppa del Mondo. Il vero obiettivo è Tokyo 2020, ovviamente. Non c’è tempo per fermarsi, domenica parte l’A1, poi azzurre tutte da Mattarella. Alle ragazze terribili piace andare forte con il vento tra i capelli.
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Articolo pubblicato dai giornali del Gruppo Gedi domenica 21 ottobre 2018

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