Cambiamenti climatici: da Napoli l’urlo dei giovani che pretendono il futuro

“This Earth is on fire – Vesuvio 2.0”Una fase del dibattito sui cambiamenti climatici svoltosi al teatro Delle Palme di Napoli

Il Teatro Cinema Delle Palme di Napoli ha ospitato, venerdì 12 aprile 2019, l’incontro su un tema che scottante: il cambiamento climatico. Emblematico il titolo della serata: This Earth is on fire-Vesuvio 2.0.

È infatti dagli incendi sul Vesuvio che hanno caratterizzato l’estate del 2017 da cui ha preso le mosse questa manifestazione. Nello stesso periodo non solo la zona vesuviana e quasi tutto il sud Italia hanno dovuto assistere a scenari a dir poco terrificanti, bensì anche la Valle di Susa in Piemonte.

Ed è proprio con la presentazione del cortometraggio Feu prodotto da giovani torinesi che si apre l’incontro. Realizzato da R-EACT, progetto che prende forma dall’idea di studenti di Economia dell’ambiente, della cultura e del territorio (da cui Eact) dell’università di Torino, il corto racconta la bellezza della natura e la sua distruzione causata dal fuoco attraverso la danza e la musica, con la collaborazione del Conservatorio e del Liceo musicale della città piemontese, trasmettendo al pubblico, con grande empatia, meraviglia e sofferenza. I ragazzi con voce emozionata esprimono il bisogno di portare ciò che si studia al di fuori delle aule, utilizzandolo al fine di migliorare il mondo in cui viviamo.

Il dibattito continua con l’intervento di Agostino Casillo, presidente dell’Ente Parco del Vesuvio, il quale ha voluto soffermarsi sulle cause che hanno portato gli incendi dell’area vesuviana a trasformarsi in terrificanti disastri, sottolineando la dolosità delle fiamme da parte di una mano criminale e dei limiti dei soccorsi, che nel 2017 erano occupati in quasi tutto il sud Italia. Tuttavia, si sta cercando di cambiare le cose: è stato avviato uno studio in collaborazione con la Facoltà di Agraria della Federico II grazie al quale è stata prodotta una dettagliata cartografia della situazione attuale della zona; inoltre, i tempi di intervento sono stati notevolmente ridotti e i danni, nell’ultimo anno, sono stati minori; infine, sono state installate telecamere di sorveglianza, gestite dalla polizia forestale, che, in tal modo, ha la possibilità di intervenire prontamente in caso di anomalie.

Il Comitato Clima. Obiettivo 30/50 parla di come l’emissione di CO₂ sia aumentata negli ultimi 130 anni. Cosa è cambiato rispetto alla fine dell’1800? La risposta è l’avvento dell’Era industriale o meglio, possiamo anche parlare di Età dell’uomo: l’uomo e le sue azioni sono al centro di tutto. Tale egocentrismo ha portato a una vera e propria crisi ambientale. Non ci troviamo più infatti nella fase dell’emergenza climatica, siamo passati pericolosamente ben oltre. C’è da dire che sicuramente vi è un problema globale di fondo, ossia la totale mancanza di interesse da parte delle politiche internazionali attuali. Tuttavia, si sta alzando un grido fortissimo e agguerrito costituito dai giovani, stanchi di vivere nella profonda precarietà del futuro.

A sostegno, il Comitato ha inserito tra i suoi obiettivi anche il riuscire a fungere da tramite tra la vecchia e la nuova generazione, creare un ponte e una comunicazione tra coloro che hanno vissuto un ambiente meno incontaminato e chi, invece, spesso non vede speranza nell’avvenire.

Oltre il cortometraggio sono state presentate anche le opere artistiche della pittrice Fabrizia Cesarano e della fotografa Marta Accardo. Inoltre, sono intervenuti rappresentanti di Fridays for Future Napoli, che hanno fieramente descritto la fortissima mobilitazione napoletana che ha caratterizzato il corteo per l’ambiente del 15 marzo e che hanno invitato a partecipare al secondo sciopero mondiale per il futuro che si terrà il 24 maggio.

L’evento, che si è concluso con la promessa da parte degli organizzatori di incontri futuri, ha lo scopo di informare e sensibilizzare il pubblico su un argomento che oggi non può essere in alcun modo accantonato, cercando di sviluppare una capacità di critica riguardo alle nostre azioni, sia come individui che come comunità e società. Il progetto invita a combattere attraverso l’arte, la consapevolezza e soprattutto la collaborazione. “Tutti insieme siamo stati potentissimi nel distruggere l’ambiente, possiamo essere altrettanto potenti nel salvarlo”.

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