Un pandemonio. Si sta trasformando in uno scontro tra fazioni la cacciata di Mauricio Souza, stella della pallavolo brasiliana, dal suo club e dalla nazionale per atteggiamenti omofobi. Il giocatore, autore di un post sui social in cui sottolineava la bisessualità del nuovo Superman dei fumetti, è stato licenziato dal Minas e messo alla porta dal commissario tecnico verdeoro, Renan Dal Zotto, nel giro di poche ore. La vicenda sta spaccando l’opinione pubblica brasiliana e sta alimentando il dibattito soprattutto sul web. Lo dimostra l’aumento vertiginoso di follower su Instagram di Souza che adesso è seguito da un milione e 600mila persone mentre una settimana fa erano 240mila. Dopo la rescissione del contratto, il campione olimpionico è tornato sulla vicenda attaccando Douglas Souza, già compagno in nazionale e schiacciatore del Tonno Callipo Vibo Valentia. Un duello a distanza quello ingaggiato con Douglas, omosessuale dichiarato e impegnato da sempre nella difesa dei diritti Lgbt. Stavolta Souza ci è andato giù pesante, deridendo Douglas: “Grazie a Dio non ho dovuto fare samba o sfilare in campo per ottenere rispetto e ammirazione”. Di tutt’altro tenore i post più recenti di Douglas che su Instagram pubblica delle foto personali e un messaggio di ringraziamento rivolto alla Fiat, sponsor del Minas, per la posizione di assoluta intransigenza contro l’omofobia adottata nella vicenda Souza.
La storia è un tormentone anche in tv dove l’ex calciatore Walter Casagrande, noto in Italia per aver militato nel Torino e nell’Ascoli a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, attacca frontalmente le frasi omofobe di Souza: “È un crimine. È codardia. Ed è un brutto carattere quello di Maurício Souza. E sto parlando correttamente, perché era cattivo con me. Quindi per me è un brutto personaggio”, ha dichiarato Casagrande in un programma trasmesso da SporTV. Il video si chiude con delle immagini in cui Souza è con il presidente Bolsonaro.
A proposito della famiglia Bolsonaro, il figlio del presidente, il senatore Flavio, si è spinto oltre postando un appello nel quale chiede ai brasiliani di boicottare i prodotti della Fiat e della Gerdau, sponsor del club che ha licenziato Souza. La questione è diventata del resto anche politica. Un gruppo di 20 parlamentari di 13 stati brasiliani e sette partiti, in rappresentanza della comunità Lgbtq+, sta per presentare un esposto contro il giocatore. Gli atti verranno inoltrati al Pubblico Ministero del tribunale dello stato di Minas Gerais. Secondo quanto riportato dal giornale Folha de São Paulo, la richiesta contiene “un’azione penale pubblica contro Mauricio per incitamento al pregiudizio e discriminazione omotransfobica e un’indennità per danno morale collettivo di 50.000 real”.
A rendere la situazione ancora più incandescente ci ha pensato Matheus Bachi, assistente allenatore nella Seleçao e figlio del ct brasiliano Tite. Al giovane trainer piacciono i post di Maurício Souza e, sempre sui social, ha interagito con pubblicazioni contro i movimenti femministi e Lgbtq+. Enorme l’imbarazzo nella Cbf, la federcalcio brasiliana, che in una nota ha ribadito di combattere ogni tipo di discriminazione di genere e di non poter tollerare atteggiamenti omofobi. Sulla stessa linea anche Tite che ha preso le distanze dal figlio, almeno ufficialmente.
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Articolo pubblicato sul sito de La Stampa il 30 ottobre 2021 (consultabile a questo link)
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