Giù le mani dal Settebello. Sandro Campagna, l’uomo-simbolo della nostra pallanuoto, smonta le accuse di «violenza» sugli arbitri della famigerata Italia-Ungheria, la partita che ha segnato l’Olimpiade degli azzurri e sancito l’esclusione per sei mesi della Nazionale dalle competizioni. Il ct non cerca alibi ma pretende giustizia ed equilibrio «per tutti, non solo per noi».
Il caso Condemi ha fatto il giro del mondo, così come gli azzurri che danno le spalle agli arbitri: è andato tutto storto?
«Ci aspettavamo la squalifica perché ci era stata comminata il 24 agosto, poi avevamo fatto ricorso e ci hanno risposto solo adesso. Hanno aspettato un po’…».
Vi accusano di violenza.
«Per carità, la protesta vibrante c’è stata ma nessuno ha messo le mani addosso agli arbitri».
Però gliene avete dette di tutti i colori quella sera a Parigi.
«Io in particolare ho discusso con i direttori di gara. Ma posso dire una cosa?».
Certo.
«Se avessimo messo le mani addosso a qualcuno ci avrebbero squalificati a vita, invece non è successo».
Allora com’è andata?
«C’è stato un colloquio molto pacato tra me e i due direttori di gara nel quale spiegavo di aver ricevuto un audio dal comitato tecnico della World Aquatics da cui si evinceva che uno dei due arbitri, quello che non aveva visto il Var, forzava l’altro. “Hai ragione”, mi ha anche detto il rumeno Alexandrescu. “Ti rendi conto che questa decisione è contro la scienza? Capisco la tua onestà, ma è una cosa oscena!”. E lui continuava a dire che avevo ragione».
Sembra una situazione surreale.
«Non è finita. Ho parlato anche con l’arbitro montenegrino Miskovic, senza aggredire o minacciare. Questo mentre i delegati mi dicevano “abbiamo visto tutto, è stata una cosa scandalosa”. Alla fine, sono andato via dirigendomi verso il bus e a quel punto sono usciti i giocatori che con l’adrenalina a mille hanno usato toni più concitati dei miei ma mai si sono permessi di alzare le mani».
Una zuffa.
«Hanno contestato vivacemente, certo. Una cosa che non si deve fare, è vero. Ma in una situazione simile è umanamente comprensibile».
E ora vi ritrovate con sei mesi di stop.
«Sei mesi ci stavano bene, sono giusti e addirittura pochi. Salteremo la World Cup ma andremo ai Mondiali. A fronte dell’errore più macroscopico della storia della pallanuoto, consapevolmente abbiamo protestato perché non si dimenticasse quello che era accaduto. E che mai più dovrà accadere. Mai più».
Ma lei si chiede ancora il perché dell’espulsione di Condemi?
«Il jury d’appello ha detto che non c’era e che gli arbitri avevano delle immagini non buone per giudicare. Ma come? Alle Olimpiadi il Var lo fai con le telecamere amatoriali? Assurdo. È stata una decisione irrazionale, voglio scongiurare la malafede altrimenti smetto. Dovuta a cosa? Non lo so, lo sanno solo gli arbitri e la loro coscienza».
Teme ritorsioni in campo nel futuro?
«Ne usciamo tutti un po’ male. Credo che sia meglio per tutti metterci una pietra sopra. E se qualcuno si lega al dito cose personali fa un errore. Anzi, sarò il primo ad abbracciare l’arbitro montenegrino perché questo è lo sport».
A Parigi il Settebello poteva vincere?
«Certo. Stavamo facendo una Olimpiade pazzesca, giocando benissimo. Superati i quarti, difficilmente ci avrebbero bloccati».
Bloccati, proprio il verbo giusto. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato su La Stampa del 19 ottobre 2024
LA STAMPA pagina 35 del 19-10-2024
Articolo pubblicato sul sito de La Stampa il 18 ottobre 2024 (consultabile a questo link)
Condividi questo articolo
Segui
Be the first to comment on "Settebello squalificato, parla il ct Campagna: “Nessuna violenza sull’arbitro ma un errore così è troppo”"