di Angelo Di Marino
Minorenni, telefonate in questura, case a Montecarlo, lustrini e pailletes. E nel frattempo l’Italia soffre. Siamo nella palude, perché la già difficile azione di governo, frenata dall’oggettiva fase congiunturale, è ferma. Impantanata negli affari personali del premier, accerchiato da nemici e finti amici ai quali sorride e ammicca non concedendo nulla. Il risultato è la paralisi istituzionale, così come ha sottolineato ieri Emma Marcegaglia a Capri davanti ai giovani industriali.
Premesso che in qualsiasi altra nazione evoluta chi governa renderebbe conto e ragione delle sue azioni, siamo in Italia e di conseguenza dobbiamo ragionare con gli elementi che abbiamo.
Il Paese, e in particolare il Sud, ha bisogno di risposte certe. Invece nessuno ci ha ancora spiegato quali sono i provvedimenti per uscire dalla crisi e con quale strategia si intende far arrivare a fine mese buona parte delle italiche famiglie. Un chiaro esempio è l’ennesimo capitolo dell’emergenza rifiuti.
L’altro giorno Berlusconi lo ha scritto a Napoli con i sindaci del Vesuviano. Ne è venuto fuori un “patto per la monnezza” dal sapore bipartisan e dal retrogusto amaro. La “soluzione”, come l’ha definita il premier, non contiene che interventi provvisori. Ma non potrebbe essere altrimenti, visto che da decenni la Campania naviga a vista sulla monnezza. E come era facile prevedere, anche il termovalorizzatore di Salerno è diventato oggetto della contesa. Cirielli si è portato avanti, ma De Luca ha già pronta la contromossa. Finirà a colpi di delibere e ricorsi. E fra tre, quattro anni ne parleremo ancora. Quando il tempo sarà già scaduto. Per tutti.
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pubblicato su “la Città” del 31 ottobre 2010
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Cara Susy grazie della segnalazione. Saluti
Direttore, ti segnalo un blog, per restare in tema. Una penna intinta d’amara ironia…
http://leparoledellassurda.blogspot.com/