di Angelo Di Marino
Cinque mesi. Tanto tempo per chi non riesce a darsi pace. Da quella sera del 5 settembre dell’anno scorso, a Pollica si contano i giorni. In attesa di una risposta, l’unica che potrebbe chiudere la fase più difficile. Quella dell’angoscia. Angelo Vassallo quella sera cadde sotto i colpi di una mano armata. Ma non sappiamo ancora chi e perché ha premuto quel maledetto grilletto. Nella gente di questo meraviglioso spicchio di Cilento crescono rabbia e senso di impotenza, mentre nei familiari aumenta il senso di vuoto che nessuno potrà mai colmare.
Siamo tornati come ogni mese a Pollica, realtà che il nostro giornale segue comunque quotidianamente, stavolta anche per aprire una piccola breccia nell’amarezza che avvolge questo piccolo angolo di paradiso. Insieme alla famiglia, a Legambiente e all’amministrazione municipale, nelle persone del presidente Buonomo e del vicesindaco Pisani, è stata scelta la destinazione del ricavato ottenuto con la vendita del calendario 2011 che “la Città” ha dedicato a Vassallo. I fondi raccolti, grazie al cuore ed alla sensibilità dei nostri lettori, serviranno ai giovani di Rofrano, piccolo comune del Cilento interno. Verrà realizzata così un’area dedicata allo sport ed alla multimedialità. Un segno tangibile che guarda al futuro della nostra terra, proprio come avrebbe voluto il sindaco pescatore.
Perché l’unico modo per ricordare davvero Vassallo è quello di portare avanti le sue idee, fatte di cose semplici ma importanti. Adesso sembra accorgersene anche la politica. Ieri Bersani ha citato Vassallo parlando del Sud. Non è mai troppo tardi.
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pubblicato su “la Città” 6 febbraio 2011
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