NAPOLI. Non saranno i tre moschettieri, ma in fondo alla gente stanno simpatici. Al Gambrinus arrivano Casini e Rutelli, all’Augusteo li raggiunge anche Fini. La folla è per loro e i tre big non si sottraggono al ruolo di protagonisti. Sul palco, subito dopo Pasquino, prende la parola il leader dell’Udc: «Caro rettore, innanzitutto grazie per aver accettato questo impegno. Stavolta, però, visto che sei un giovane studente della politica, permettimi di darti i voti: 6 in comunicazione, 10 per il programma e 9 per le tue conclusioni». Scatta l’ovazione della folla che poco prima aveva seguito attenta ma senza scatti il discorso del candidato a sindaco, salvo prendere calore proprio nel gran finale messo su dal rettore di Salerno.
«Devi impegnarti di più nella comunicazione – incalza Casini – perché purtroppo in questa repubblica di ciarlatani conta più l’apparire che l’essere. A proposito: vi siete accorti che non abbiamo un governo? Dalla Libia alla Parmalat neanche una parola. Contano solo le ossessioni di Berlusconi. E’ per questo che dobbiamo fare una grande campagna di mobilitazione a Napoli. Non possiamo lasciare ai De Magistris di turno l’evocazione delle esigenze della città. Questa è gente che ha fallito e ora vuole proporre ricette avariate».
Baci e abbracci, poi tocca a Rutelli: «L’Italia e Napoli sono più piccole di ieri. Qui, in particolare, gli anni che sono passati sono stati buttati via. Pensate: con schieramenti diversi, 5 anni fa avevamo proposto la candidatura di Pasquino a sindaco. E De Mita lo sa bene. Non fu possibile per i giochi di una bipolarizzazione cervellotica». Il leader dell’Api è l’unico a parlare della Iervolino: «La persona resta integra, ma il bilancio di governo è totalmente negativo». (a. d. m.)

pubblicato su “la Città” del 27 marzo 2011

Condividi questo articolo

Segui